Mirabella Eclano vince la XIV Disfida del Soffritto di maiale

Carmine Cicinelli

Carmine Cicinelli

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Si fa presto a dire “soffritto”. A Taurasi 15 comunità irpine si sono sfidate proponendo la propria versione. Ma non solo competizione culinaria: anche merende contadine, visite guidate e tanto altro ancora per una vera festa dell’Irpinia

Maiale protagonista nel centro storico di Taurasi per la XIV edizione della Disfida del Soffritto. Un evento organizzato dalla condotta Slow Food “Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi APS. Una vera sfida quella che è andata in scena per decretare la più apprezzata versione del soffritto di maiale. A giudicare una giuria tecnica ed una popolare. Quella guidata da esperti ha incoronato Mirabella Eclano miglior soffritto per questa XIV edizione, al secondo posto Lapio, terza classificata Teora. Quella popolare ha invece visto trionfare la versione di Ariano Irpino.

I premi di questa edizione

Ben 15 le comunità irpine che hanno risposto presente alla richiesta della condotta Slow Food diretta da Sandro Barletta. Dalla Valle del Sabato all’Alta Irpinia, passando per l’Ufita fino ad arrivare alla Valle del Calore (da dove proveniva il maggior numero di comunità). Dietro la formula della sfida, il vero obiettivo è stato quello di sottolineare la grande ricchezza del patrimonio gastronomico irpino. Partendo infatti dalla stessa materia prima, ossia la carne di maiale, ogni comunità è stata capace di realizzare il proprio soffritto, quello della tradizione paesana. La differenza tra i piatti è stata talvolta anche marcata. A Frigento per esempio, il soffritto si fa mixando parti magre con parti grasse ed interiora, realizzando una zuppa di solo maiale. A Luogosano sembrano prevalere le interiora, con un sugo maggiormente protagonista ed una pizzetta fritta d’accompagnamento. Rigorosamente pane invece per Scampitella, dove fanno il soffritto prevalentemente con pezzi magri o poco grassosi, conditi con pepaine e patate. Parti nobili del maiale, papaccelle e patate pure per Grottaminarda, dove però la salsa è molto chiara e la chicca è l’anello di cipolla cruda. Teora, invece, ha da sempre la tradizione di usare il suo soffritto come condimento per i bucatini, mentre a Mirabella Eclano (il paese vincente) il soffritto si fa con patate a pezzettoni, pepaine e soprattutto l’aggiunta del pezzente!

A Taurasi tuttavia più che un’aria di sfida si è accarezzata un’aria di festa. Un’esperienza gastronomica autentica tra realtà geograficamente affini, ma talvolta sorprendentemente lontane per filosofia ed interpretazione (un po’ come l’intento di questo blog, ossia descrivere le mille sfumature che le terre d’Irpinia raccontano quotidianamente).

Comunità coese, competizione sana, sorrisi e disponibilità per tutti. A partire dal mattino, quando a suon di colazioni contadine tutte le comunità hanno deliziato i visitatori proponendo la classica merenda che accompagnava gli uomini e le donne nei campi. Rocca San Felice ha potuto sfoggiare il suo prezioso Carmasciano in una pizza chiena d’antologia. Notevole anche il cuzzetiello con pezzente di Aiello del Sabato, mentre il prosciutto (insieme alle iettl con peperoni cruschi) è stato il protagonista delle colazione di Trevico. Non è venuta meno la solita opulenza gastronomica di Vallesaccarda, che ha conquistato i visitatori anche grazie ai suoi nodini di latte irpino preparati al momento. La ciambottella (e non solo) al centro della proposta di Sturno, mentre le freselle coi sott’olio (oltre ad una sontuosa frittata) ha caratterizzato quella di Taurasi. Chilometrica la colazione prevista da Gesualdo, che tra paparott (polenta) con polpette al sugo, menestra re asciatizze e il pezzente scomposto ha soddisfatto anche i più esigenti.

Una giornata dunque da ricordare, perché ha appagato davvero tutti i gusti. Oltre ai buongustai, soddisfatti anche gli enoturisti (che hanno potuto fregiarsi dell’offerta di molte cantine), ma anche chi ne ha approfittato per una visita al castello Marchionale ed all’Enoteca Regionale, o chi ha goduto dei numerosi siparietti musicali. Una grande festa, insomma, in cui a trionfare è stato lo spirito dell’Irpinia autentica, quella ospitale e genuina.