Simboli: il Castello baronale di Monteverde

Carmine Cicinelli

Carmine Cicinelli

Monteverde - Castello

Di origine molto antica, è soprattutto punto di riferimento culturale ed esempio di gestione virtuosa

Di tutte le perle d’Irpinia Monteverde è tra le più sfavillanti. Non a caso tra i “Borghi più belli d’Italia”, nel paesino dell’Alta Irpina, crocevia tra Campania, Puglia e Basilicata, risiede uno dei manieri più belli di tutta la provincia di Avellino: il Castello dei Sangermano (o Castello baronale dei Grimaldi).

Quest’ultimo sorge sulla sommità del colle castello e rappresenta una fortificazione di origine antichissima (il primo documento risale all’897 d.C.), nonostante nei secoli abbia subìto numerose modifiche.

Questo castello ha una storia molto antica ed intensa, essendo stato oggetto di dominazioni che vanno da Roberto il Guiscardo fino ai Sangermano (ultimi feudatari), passando per gli Orsini, i d’Aquino e addirittura i Grimaldi (attuali monarchi del Principato di Monaco).

Il fortilizio, perfettamente conservato, è il culmine di un abitato molto caratteristico, fatto di cerchi concentrici, ma soprattutto (principale caratteristica del borgo) scavato nella roccia, una pietra arenaria silicea locale chiamata dai monteverdesi murgia.

La roccia silicea su cui è costruito il Castello di Monteverde

Prestigioso, ben conservato ed antichissimo, dunque. Eppure ci sono motivi ancora più validi perché il Castello baronale sia considerato il simbolo di Monteverde. Ad oggi infatti rappresenta un punto di riferimento per il territorio e la sua gestione virtuosa può fungere da esempio per molte comunità.

Esso è infatti il punto di arrivo di un percorso accessibile, che nel 2019 ha consentito a Monteverde di essere nominato “Borgo più accessibile d’Europa”, grazie al funzionale sistema Loges per ipovedenti e non vendenti, nonché per la totale accessibilità del centro storico a persone che si spostano in carrozzina.

Il castello di Monteverde è dunque un luogo perfetto per gli amanti del trekking urbano (oltre che del turismo religioso e culturale), ma anche il centro nevralgico di una serie di attività culturali che non possono lasciare il turista indifferente.

All’interno del castello, superato lo spazio della meravigliosa corte lastricata di pietre calcaree, è infatti possibile accedere a numerose attrazioni che simboleggiano l’essenza del territorio monteverdese. A partire dal prestigioso Museo MiGra, un luogo magico, retto sul geniale parallelismo tra grano e donna. Un museo multimediale (anch’esso totalmente accessibile, con tanto di pannelli in braille) che attraverso 7 sale consente di mettere in relazione il periodo di gestazione della donna e i cicli del grano.

Altra attrazione da non perdere è la mostra fotografica permanente sui matrimoni a Monteverde: un percorso di grande impatto visivo e di speciale valore antropologico che racconta l’evoluzione cronologica degli sponsali monteverdesi. In un’altra ala del castello insiste una sala dedicata all’importanza delle acque nel territorio comunale. Monteverde infatti era uno dei comuni protagonisti del Grande Spettacolo dell’Acqua, uno dei principali eventi d’Irpinia (purtroppo non più in programmazione da qualche anno) che richiamava migliaia di turisti da tutta Italia per assistere ad uno spettacolo unico nel suo genere, che mescolava sapientemente religione, teatro, danza ed arti visive.

Ancora presenti alcune immagini delle ultime rappresentazioni, in fondo ad una sala che riporta anche la mappatura, alcuni plastici e le foto delle 23 fontane sparse sul territorio di Monteverde. E ancora, una sala convegni, una magnifica terrazza panoramica (da cui ammirare gli altri colli del paese oltre a tutto il territorio circostante), armature, addirittura una rappresentazione di Monteverde in miniatura.

Impossibile non considerare il Castello dei Sangermano simbolo indiscusso del paese di Monteverde. Qui si concentrano infatti tutti i canoni tipici di un territorio straordinariamente ricco di storia, di tradizioni. Un territorio (ed un popolo) coeso attorno a peculiarità inimitabili che ne fanno un’eccellenza d’Irpinia.