Acque d’Irpinia: fiumi, laghi e non solo

Carmine Cicinelli

Carmine Cicinelli

acqua

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, vi porto alla scoperta delle acque d’Irpinia, un patrimonio idrico che regala scorci meravigliosi e fornisce acqua potabile a buona parte del Sud Italia

Parlare di acqua in Irpinia significa parlare di sorgenti, fiumi e laghi di grande fascino e di grande impatto visivo. Stesso discorso per le numerose cascate, torrenti, fontane… e non solo.

L’Irpinia è una terra rigogliosa. “La verde Irpinia”, secondo una dicitura ancora in voga, è ricca di bellezze naturali di grande pregio. La natura green del territorio è il chiaro preludio alla produzione di acqua in una quantità tale da arrivare a servire (verbo non casuale) i rubinetti dell’intera Puglia e di buona parte della Regione Campania. Questo grazie al fatto di essere il primo bacino imbrifero del Sud Italia, ossia il primo bacino per portata d’acqua piovana.

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Un particolare del Lago Laceno – Bagnoli Irpino

Tutto nasce nei Picentini, la grande catena montuosa che da Montoro fino a Calabritto (per quanto riguarda il versante irpino) si fregia di vette maestose da cui nascono risorse idriche importantissime. Le montagne più importanti da questo punto di vista sono, a Ovest, il Monte Terminio e il Monte Tuoro, che danno vita ai fiumi Calore e Sabato, che a loro volta portano le acque rispettivamente verso Cassano Irpino e Serino, ma anche verso Sorbo Serpico. Le acque di Cassano Irpino hanno una portata di circa 2000 litri al secondo e sono caratterizzate da un raro esempio di sorgente pollentina (l’acqua risale dalla profondità piuttosto che scendere dall’alto), mentre quelle del cosiddetto Acquedotto del Serino (tra Cesinali e il serinese) hanno una portata al secondo ancora superiore (circa 2,2 m3).

L’altra grande montagna dei Picentini è il Cervialto, nella parte più ad Est della catena. Qui nasce il fiume Sele dalla sorgente Sanità, nel comune di Caposele, con una portata d’acqua record (addirittura 4000 litri al secondo). Sorvolo, ma giusto perché questa è una festa, la festa dell’acqua, sullo sfruttamento dei nostri bacini idrici dovuti ad accordi politico-economici con cui ci si è intromessi nelle dinamiche del territorio, creando forzature a quello che è il naturale decorso delle acque. Tutto ciò ha portato ad un depauperamento dei corsi d’acqua, al punto che talvolta manca addirittura quella che in gergo tecnico viene definito deflusso minimo vitale (con ricadute importanti sulla flora e sulla fauna autoctona).

collettore cesinali
Uno dei collettori dell’Acquedotto del Serino – Cesinali

Tornando alle acque d’Irpinia, interessante in particolare ciò che accade nella Piana del Dragone, nel comune di Volturara Irpina. Si tratta di un meraviglioso bacino naturale, dove convogliano le piogge e si sciolgono le nevi, tanto che in alcuni periodi dell’anno (aprile e maggio sono i mesi migliori) la piana si riempie, dando vita ad un lago affascinante, attorno a cui pascolano le vacche podoliche da cui si ricavano ottimi latticini. Le acque si convogliano poi verso un inghiottitoio detto Bocche del Dragone, attraverso il quale (si stima in circa 28 giorni!), le acque attraversano il cuore delle montagne per poi sbucare a Cassano Irpino.

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La Piana del Dragone (foto Salvatore Cassese)

La grande abbondanza di acque influenza anche l’aspetto paesaggistico del territorio irpino.

Discorso simile alla Piana di Volturara è quello del Lago Laceno, a Bagnoli Irpino, un bacino di montagna alle falde dell’impianto sciistico che è un vanto della nostra regione. Ma si potrebbero annoverare altresì le cascate di Montella (per rimanere nei Picentini) o quelle (ben 14) nel comune di Calabritto, tra cui forse la più bella è la Cascata del Bard’natore, o il percorso delle 7 fontane ed il parco fluviale di Caposele o ancora le due oasi naturali, l’oasi Valle della Caccia a Senerchia (tra le cose più belle da vedere in Irpinia) e l’oasi di Conza della Campania, in cui le acque la fanno da padrone.

madonnella montella
La Cascata della Madonnella – Montella

Tra i fiumi dell’Irpinia, oltre quelli già citati, merita menzione certamente l’Ofanto, che segna il confine orientale dell’Irpinia. Mentre al di fuori della zona dei Picentini, nella Valle dell’Ufita, si segnalano il Calaggio, il Cervaro e naturalmente lo stesso fiume Ufita.

Tra i laghi invece, di grande suggestione è quello tra Aquilonia e Monteverde, il cosiddetto Lago San Pietro o Aquilaverde, dove fino a qualche anno fa si teneva lo spettacolo dell’acqua, nonché il meno conosciuto ma non per questo meno affascinante Luzza Acqua Fets, a Greci tra i monti Calvario e Cervo.

L’abbondanza delle acque non è solo però corsi o specchi d’acqua. Da segnalare ad esempio, sempre a Bagnoli Irpino, un gioiello seminascosto, il cui accesso non è pubblico, bensì legato all’escursionismo per i più esperti: si tratta della Grotta del Caliendo, nella quale l’azione delle acque, perenne e silenziosa, ha dato vita a stalagmiti e stalagtiti che la rendono uno scrigno unico nel suo genere. Ancora più difficile da visitare e addirittura più suggestivo è il cosiddetto Vallone della Neve a Montella, un ghiacciaio incontaminato la cui particolarità sta nel fatto che non battendoci il sole per tutto l’anno, la neve si mantiene perennemente.

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L’acquedotto Augusteo di Serino rappresentato in un progetto del FAI Avellino

Al di fuori dei Picentini, nell’altra zona montuosa ricca di acque per l’Irpinia, ossia il massiccio del Partenio, si segnalano altre meraviglie della natura: la cascata Acquapendente, nel territorio di Avella, alta ben 18 metri e particolarmente ripida (da qui il nome) nonché, nel territorio di Mercogliano, le suggestive sorgenti di Acqua Fidia.

L’acqua irpina dunque è un elemento fondamentale e imprescindibile, fin dai tempi dei romani. Al di là degli aspetti già citati, non va sottovalutata l’importanza per le produzioni locali, come le straordinarie paste fresche o, perché no, il contributo alla creazione della migliore pizza del mondo.