Dei numerosi eventi dello scoso fine settimana ho deciso di partecipare a quello organizzato dalla Delegazione FAI di Avellino intitolato “Alla riscoperta dell’oro blu”. L’evento si è tenuto presso le Sorgenti Urciuoli di Villa San Nicola a Cesinali. In sostanza un mini tour che ha riscosso un gran successo, con un sold out per tutti i turni previsti nella giornata, per conoscere uno dei due acquedotti dei Picentini, l’Acquedotto del Serino.
![L'ingresso delle sorgenti Urciuoli](https://www.terredirpinia.eu/wp-content/uploads/2022/10/ingresso_sf-1024x768.jpg)
Accompagnati dai volontari FAI, il pomeriggio è stato piacevole e, per essere fine ottobre, il tempo è stato decisamente clemente. Dopo la lunga passeggiata dal cancello d’ingresso fino agli impianti principali, in una strada ricavata all’interno di un folto bosco (manco a dirlo habitat battuto dagli immancabili cinghiali), ho assistito alla spiegazione di tutto il processo, dalla captazione fino alla partenza delle tubazioni che portano l’acqua nel napoletano, ma soprattutto mi è sembrato utilissimo il recap storico di questo luogo magico.
![Collettore per captazione acqua](https://www.terredirpinia.eu/wp-content/uploads/2022/10/testata-collettore-768x1024.jpg)
A pochi metri di distanza coesistono testimonianze storiche importantissime: dalla Casina Vanvitelli, camera di raccolta datata 1885, da dove originariamente partivano le tubazioni dell’acquedotto, fino al tratto iniziale dell’antico Acquedotto Sannitico, testimonianza di come, ancor prima dei romani, i sanniti avessero individuato qui la fonte per dissetare il Sannio.
![Casina vanvitelliana sorgenti urciuoli](https://www.terredirpinia.eu/wp-content/uploads/2022/10/casina-vanvitelli-1024x768.jpg)
![Ingresso camera di raccolta](https://www.terredirpinia.eu/wp-content/uploads/2022/10/camera-di-raccolta-o-casina-vanvitelli-1024x768.jpg)
Lungo il percorso anche un vecchio venturimetro, lo strumento capace di misurare la portata di una condotta.
![venturimetro](https://www.terredirpinia.eu/wp-content/uploads/2022/10/venturimetro-1024x768.jpg)
Infine, l’impianto moderno, con tanto di vascone in cemento armato per la convogliazione totale delle acque e una centrale idroelettrica.
L’esperienza è stata molto arricchente. In un viaggio dall’epoca dei sanniti, passando per i romani, fino al post terremoto e le leggi sulla ricostruzione, questo viaggio mi ha lasciato alcune considerazioni:
- L’Irpinia è davvero una terra ricca d’acqua (si calcola che la portata di questa zona in alcuni periodi sia addirittura pari a 2600 litri al secondo!!!)
- L’Irpinia fin dall’antichità è stata un luogo di grande interesse idrogeologico: battuta dai sanniti, come dai romani, pensare che l’acqua a Pompei, Ercolano, la zona flegrea con la Piscina Mirabilis, le terme di Pozzuoli e perfino l’acqua che usava Giulio Cesare nella sua villa di Baia provengono da qui mi riempie di orgoglio ma anche di tanta mestizia (e lo capirete al punto 3).
- L’Irpinia è una terra che per demerito o ingenuità è da sempre incapace di far valere le proprie eccellenze. Qui io, innamorato della mia terra (considerato che gli impianti sono gestiti da una società partenopea – che per la cronaca non mi ha consentito di filmare o fotografare gli interni degli impianti), considerato che l’acqua arriva perfino ai Camaldoli e al Vomero senza che una goccia esca dai rubinetti irpini e che sulla casina vanvitelliana campeggia perfino la scritta “Acquedotto di Napoli” sono stato letteralmente assalito dalla perplessità. Forse perché mi sono sentito ospite a casa mia. Non certo per il lavoro egregio del FAI (qui trovate un link a un loro interessante progetto), i cui volontari hanno ancora una volta dimostrato grande competenza e gentilezza. Mi riferisco invece al microclima e all’atmosfera di questo luogo, che mi ha fatto sentire in una enclave napoletana in Irpinia, e dunque, per quanto mi riguarda al cospetto di uno dei più grandi paradossi che possiamo ritrovare in questa provincia.
![](https://www.terredirpinia.eu/wp-content/uploads/2022/10/IMG_0636-768x1024.jpg)