San Guglielmo tra devozione e amore per l’Irpinia

Carmine Cicinelli

Carmine Cicinelli

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Domenica 25 giugno si festeggia San Guglielmo. Un piccolo promemoria sul santo e il forte legame con il territorio d’adozione, ma anche 7 curiosità che forse non conoscevi sul Santo Patrono d’Irpinia

Il 25 giugno la Chiesa Cattolica ricorda San Guglielmo. È di conseguenza anche la festa dell’Irpinia, dato che il santo di origine vercellese ne viene considerato il Patrono. Tante sono le vicende che legano infatti questa figura alla provincia di Avellino: un rapporto nato quasi casualmente, ma che la storia ci ha rivelato essere un progetto divino.

Nato a Vercelli nel 1085, segue il suo istinto di pellegrinare per devozione. Non senza difficoltà, giovanissimo, conclude il cammino che lo porta a Santiago de Compostela. Allo stesso modo, qualche anno dopo, prova ad arrivare in Terra Santa, attraversando l’Italia da Nord a Sud, con destinazione Brindisi. Ma in Puglia viene derubato e malmenato, episodio che scuoterà molto l’animo di Guglielmo che vede quello stop forzato come un segno del destino. Si accampa nel Sud Italia, prima a Melfi, poi in Irpinia. Seguendo il consiglio di una donna di Atripalda si stabilisce sul monte Partenio, non antropizzato e perciò adatto al suo stile di vita ascetico. È il 1114 e Guglielmo si stabilisce su quello che diventerà Montevergine, inaugurando il suo felice rapporto con l’Irpinia. Sul Partenio, insieme ai suoi seguaci fonda una comunità monastica e successivamente (1124) una chiesa che dedica alla Madonna di Montevergine. A seguito della grande affluenza di fedeli, Guglielmo vede in pericolo quella riservatezza ed austerità che lo avevano da sempre contraddistinto. Lascia perciò Montevergine nell’autunno del 1128.

Si trasferisce dapprima sull’altopiano del Laceno e poi (dopo vari viaggi fuori Regione) trova la sua collocazione sulla piana del Goleto, dove nel 1133 fonda l’Abbazia del Goleto. Muore proprio nel complesso di Sant’Angelo dei Lombardi il 25 giugno del 1142. Le sue spoglie mortali riposano attualmente in una cripta a lui dedicata nel Santuario di Montevergine.

Statua Guglielmo a Montevergine
La statua di San Guglielmo nei pressi del Santuario di Montevergine

Negli anni ’40 del secolo scorso Papa Pacelli (Pio XII), certificò ufficialmente l’amore di San Guglielmo per il territorio irpino, decretandolo ufficialmente Patrono d’Irpinia. Le motivazioni stanno proprio nel fatto che lo stanziarsi nella provincia di Avellino fu per Guglielmo quasi una folgorazione divina. Complice l’amenità e la silenziosità dei luoghi, il Santo potè mettere in atto gli insegnamenti benedettini formando comunità monastiche e costruendo due Santuari: quello di Montevergine e quello del Goleto (tra le principali attrazioni da visitare in Irpinia), che ancora oggi rappresentano un punto di riferimento per la spiritualità.

San Guglielmo fondò nel 1126 la Congregazione Verginiana, un nuovo ordine monastico che con regole proprie e intenti lodevoli, tramandando anche dopo la propria morte l’idea di affiancare alla propaganda religiosa un’importante opera sociale, mettere pace tra le famiglie rivali o mitigare lo strapotere feudatario, ma anche contribuendo a diffondere la cultura medica, con la creazione di ospedali e l’assistenzialismo verso le fasce più bisognose.

Lo scorso 28 maggio è partito l’Anno Giubilare Verginiano, un evento lungo 12 mesi che avvicina i fedeli al nono centenario del Santuario di Montevergine, che si terrà nel Giugno 2024, in onore proprio di San Guglielmo.

Il Goleto
Uno scorcio del Goleto

Per finire, ecco 7 curiosità sul Santo che forse non conoscevi:

  1. San Guglielmo da sempre è raffigurato con un lupo, non a caso simbolo dell’Irpinia. Il motivo è legato al più famoso dei miracoli che gli viene riconosciuto: mentre era intento a crearsi la celletta di preghiera appena arrivato sul monte Partenio, si dice che un lupo attaccò e uccise l’asino che aiutava Guglielmo nel trasporto del materiale. Il Santo ammansì il lupo piegandolo al proprio volere e gli impose di sostituire il defunto asinello in tutte le mansioni che quest’ultimo svolgeva
  2. La vergine a cui originariamente era dedicata la chiesa di Montevergine era la Madonna del Latte (detta anche Madonna di San Guglielmo), oggi custodita nel Museo di Montevergine. Solo all’inizio del periodo angioino venne sostituita dall’attuale Madonna Nera o Mamma Schiavona
  3. Quel tempietto che campeggia difronte al Santuario di Montevergine è la Cappella del Torrione. Venne costruita nel 1955 nel luogo esatto in cui Guglielmo ebbe la visione del Salvatore che gli impose di costruire una chiesa dedicata a sua Madre
  4. Quando scappò dalla sopraggiunta fama di Montevergine, Guglielmo si stabilì per qualche mese in una grotta presso il Lago Laceno, nel territorio di Bagnoli Irpino. Qui lo sparuto gruppo di monaci che l’accompagnavano scappò a causa delle impervie condizioni climatiche. Il Santo, rimasto solo, su suggerimento di San Giovanni da Matera, abbandonò il Laceno per trasferirsi altrove
  5. San Guglielmo fu anche un santo miracoloso. Oltre al famoso miracolo col quale ammansì il lupo, San Guglielmo ha ridato la vista ad un cieco ad Atella, guarito il braccio fratturato di Gualtiero (un architetto che per ringraziare San Guglielmo continuò e ultimò il progetto di Montevergine) e ridato la parola ad una donna muta da 7 anni in occasione della Consacrazione della Chiesa di Montevergine
  6. Esiste un cammino di San Guglielmo, divenuto realtà ufficialmente lo scorso marzo. Si tratta di una ricostruzione degli spostamenti del santo che coinvolgono 3 regioni (Campania, Puglia e Basilicata). 250 chilometri di percorso, in collaborazione con alcuni comuni irpini (Chiusano di San Domenico, Mercogliano, Ospedaletto d’Alpinolo e Sant’Angelo dei Lombardi). Appena il percorso sarà definitivo (è ancora in fase di perfezionamento cartografico), il cammino sarà un evento abituale che si terrà presumibilmente ogni anno
  7. La costruzione del Goleto fu un progetto innovativo per l’epoca. Guglielmo realizzò un monastero per sacre vergini accanto ad un monastero di monaci incaricati della vita spirituale delle monache. Un’originale coesistenza tra ordine maschile e femminile mai ipotizzata nè tantomeno realizzata in precedenza.
Cappella del Torrione Montevergine
La cappella del Torrione (Montevergine)