Simboli: la Collegiata di San Michele Arcangelo a Solofra

Carmine Cicinelli

Carmine Cicinelli

Solofra - Collegiata Facciata

Opera architettonica complessa e bellissima, tanto che in quel concentrato di tesori che corrisponde a Piazza San Michele, spicca per magnificenza su tutti gli altri”

Nell’ampio patrimonio storico artistico (fatto di oltre 20 tra chiese e conventi ed importantissimi palazzi storici), non c’è dubbio che il simbolo della città di Solofra sia la Collegiata di San Michele Arcangelo. Si tratta di un luogo di culto importantissimo, senza dubbio tra i principali in Irpinia. E soprattutto di un’opera architettonica complessa e bellissima, tanto che in quel concentrato di tesori che corrisponde a Piazza San Michele, spicca per magnificenza su tutti gli altri.

Nata per volontà popolare durante il periodo in cui Solofra era Universitas demaniale (ossia libera da ogni vincolo feudale), la Collegiata di San Michele venne eretta a partire dal 1522, laddove esistevano già antichi luoghi di culto dedicati all’Arcangelo. Lo scopo della popolazione era di realizzare un’opera più grande, considerato il forte incremento della popolazione solofrana dell’epoca. L’edificazione fu lunga (durata circa un secolo) e anche dopo la sua conclusione ci sono stati momenti importanti in cui la struttura si è ulteriormente arricchita sul piano artistico e simbolico, come la costruzione della sontuosa soffittatura e dell’antico organo a canne.

L’imponente campanile adiacente (realizzato nel 1566) è in uno stile completamente differente perché ricostruito con i ruderi degli edifici abbattuti per ricostruire la Collegiata. Per la verità proprio questa sua evidente dissonanza architettonica ne fa un’opera molto affascinante.

La Collegiata di San Michele Arcangelo si presenta in tutta la sua maestosità già a partire dalla splendida facciata barocca, che preannuncia l’interno a tre navate, e si delinea attraverso un imponente portone in legno, incorniciato da un prestigioso gruppo protobarocco, il tutto sovrastato dalla nicchia con la statua di San Michele.

L’impatto con l’interno della chiesa è mozzafiato: marmi, oro, legno antico. Statue, tele e cappelle: l’opulenza della Collegiata non teme confronti. Notevole è l’abside, caratterizzato dalla scultura in legno di San Michele Arcangelo, dal bell’altare in marmo e dalla prestigiosa tela dell’Incoronazione della Vergine di Giovan Bernardo Lama.

Alzando gli occhi al cielo lo sguardo è rapito dai soffitti: incantevoli decorazioni, 21 scene in tutto, compongono il meraviglioso soffitto della navata centrale, con scene dal Vecchio Testamento affidate nel 1617 a Giovan Tommaso Guarini. Suggestivo l’incrocio con il soffitto a cassettoni di Francesco Guarini (figlio di Giovan Tommaso) che adorna il cielo del transetto con altre 21 scene, stavolta dal Nuovo Testamento, realizzate a partire dal 1636 e che mostrano uno stile ancor più celestiale.

Tuttavia la meraviglia più grande risiede nel gruppo di opere d’arte in corrispondenza della penultima campata della navata destra. L’imponente antico organo a canne ed il sottostante pulpito, opere di Giovanni Antonio Sclavo, sono un esempio di rara bellezza, intagliati con perfezione nel legno e ricoperti d’oro (a ricordare la tradizione solofrana dei battiloro, gli artigiani che creano le laminazioni d’oro).

La mia visita dura tanto tempo. E per tutto questo tempo è intervallata dal viavai di moltissimi fedeli, che si rivolgono a San Michele o si avventurano nelle cappelle laterali. È emblematico di come la Collegiata per i solofrani non sia un semplice luogo di culto religioso, ma rappresenti uno scrigno rassicurante, un luogo franco in cui rifugiarsi quando l’anima ha bisogno di ristoro.

Un luogo talmente amato e venerato da ispirare numerose iniziative a favore della Collegiata, tra cui vi segnalo, per chi volesse approfondirne i dettagli, questo sito web.

Tuttavia il luogo simbolo della città di Solofra ha anche un lato nascosto. Grazie a Don Bartolomeo ho avuto il privilegio di visitare la stupenda cripta della Collegiata. Un luogo fatto di cunicoli e camminamenti intervallati da numerose, interessantissime attrazioni, come la sala degli scolatoi, alcuni ossari e la cappella di San Giuda Taddeo.

L’importante restauro di alcuni tratti della cripta ha lasciato inalterato il fascino della parte antica, in cui si scorgono le mura originarie, reliquie e anguste feritoie. Proprio durante i lavori di riqualificazione della cripta è stato rinvenuto un meraviglioso affresco cinquecentesco raffigurante la Deposizione di Cristo, sulla parete di una piccola cappella dal grande fascino.

Descrivere la Collegiata di San Michele Arcangelo non è un’operazione semplice. E forse, per formazione, nemmeno un’operazione che mi compete. Quello che posso dirvi, tuttavia, da appassionato e conoscitore di questa terra, è che una visita al luogo simbolo di Solofra vale da sola il prezzo del viaggio.